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Dalla guerra in Ucraina alle colline del Chianti: la storia di Ines Berezina de Moschetti

Ines Berezina de Moschetti è un melting pot: è nata an Odessa, in Ucraina, da una famiglia internazionale con radici ebraiche, georgiane, italiane, polacche, russe e ucraine. “È uno scenario familiare storico e culturale piuttosto comune per la nostra città”, mi spiega. 

Classe 1990, é cresciuta ad Odessa, ha studiato al German Gymnasium e si è laureata in Diplomazia all’Università Nazionale. Ma il legame con l’Italia è sempre stato molto forte. 

“Non c’è da stupirsi, in effetti, che io sia stata legata in un certo modo all’Italia – mi dice Ines -. Il primo governatore di Odessa era di Napoli e la prima lingua ufficiale dell’amministrazione cittadina era l’italiano, fatti che trovano conferma negli archivi della città, risalenti alla fine del XVIII secolo. Sono abbastanza sicura che anche la musica della famosa canzone “O sole mio” sia stata scritta a Odessa nel 1898″.

Per questo motivo ha iniziato a imparare l’italiano fin da adolescente, “perché ho sempre avuto un legame speciale con l’Italia e la cultura italiana”, conferma. 

L’altra sua passione da bambina era la danza: “Grazie alla scuola di ballo ho viaggiato molto fin da adolescente – racconta – e questo mi ha dato la possibilità di vedere il mondo, di diventare più aperta e di sognare di vivere all’estero”. 

La sua famiglia ha deciso di tornare a Tel Aviv, in Israele, ma lei ha preferito venire in Italia per completare gli studi. Inizia un lavoro part-time per un’agenzia pubblicitaria, “scopro che mi piace molto, a quel punto prendo la decisione di cambiare il mio percorso di studi”. A Milano, Ines si iscrive al prestigioso Istituto Marangoni, per studiare moda, design e marketing, e ottiene un Master in Comunicazione. Una volta terminati gli studi, trova lavoro nell’industria cinematografica e torna a Odessa. 

Non poteva immaginare che la guerra l’avrebbe riportata in Italia molto presto. 

Ma quando entra in scena il vino? 

“Il mondo del vino, in particolare quello italiano, è sempre stato una mia passione, una sorta di hobby”, racconta. “Ho iniziato a viaggiare e a visitare le cantine intorno all’Ucraina, poi quando mi sono trasferita in Italia sono sempre stata incuriosita dal mondo del vino”. 

Queste esperienze le hanno permesso di entrare in contatto con i professionisti del vino e ha deciso di iscriversi ai corsi WSET, ha completato il 3° livello e ora si sta preparando per il diploma, il DipWSET. “Così, ancora una volta, le mie due passioni sono diventate una sola, perché ho visto una bella opportunità di mettere insieme il mio background di marketing con l’industria del vino”. 

“Quando il 24 febbraio 2022 la guerra ha fatto crollare l’Ucraina, mi trovavo nella mia città natale, Odessa”, ricorda Ines, “non ti racconto la lunga storia della fuga dal Paese, ti dico solo che sapevo che sarei finita in Italia.  Sono atterrata a Firenze esattamente un anno fa, ho fatto del mio meglio per entrare in contatto con alcuni amici e conoscenze che avevo in Italia per trovare un lavoro che potesse adattarsi al mio background e alle mie esperienze professionali. E sono stata fortunata a trovare esattamente quello che cercavo, grazie al mio caro amico Tony Sasa che mi ha aiutato moltissimo”. Viene a sapere che un’azienda vinicola privata nel cuore del Chianti Classico stava cercando un direttore generale con competenze di marketing strategico.

La Tenuta Boschetto Campacci non è ancora aperta al pubblico, é di proprietà della famiglia Frascino.  Si trova nella zona meridionale del Chianti Classico DOCG, a Castelnuovo Berardenga. É un’azienda nuova. “In pratica gestisco la cantina, occupandomi della pianificazione e del budget, seguendo tutti i processi operativi, dalla vendemmia alla progettazione delle etichette. Poiché la cantina è nuova, il mio ruolo consiste nel pianificare e coordinare il lancio del marchio sul mercato. Sono infinitamente grata ai proprietari per la fiducia che hanno avuto in me, per l’incredibile opportunità di lavorare con Riccardo Cotarella, che è l’enologo della cantina”. 

Le chiedo quale sia la sfida di essere una donna, immigrata, nell’industria vinicola italiana: 

“Francamente è la stessa cosa, sia che si parli del fattore genere, sia che si parli di origini straniere. L’Italia è un Paese in cui le tradizioni hanno un impatto incredibile su tutto. Da un lato è una cosa buona e davvero importante, ma dall’altro, essendo fortemente dipendente dalle tradizioni, la società italiana non vede ancora la diversità come un’opportunità. Ecco perché essere uno straniero non è così facile in Italia, direi. Quello che ho sperimentato è che per essere accettati bisogna dimostrare a dismisura il proprio valore, molto di più degli altri.  

Il mondo del vino era un mondo di soli uomini, ma sono molto entusiasta dei risultati ottenuti dalle donne italiane in questo campo, che hanno iniziato a ricoprire ruoli di primo piano soprattutto nell’ultimo decennio. È di grande ispirazione. Parlando di oggi, a mio parere è più facile essere una donna nel vino che una straniera”. 

Sono curiosa di sapere com’è la situazione in Ucraina su genere e diversità? 

“In Ucraina c’è meno discriminazione di genere grazie all’assenza di un forte sistema patriarcale come quello che avete avuto in Italia per tanto tempo. Essere donna nel mondo del lavoro in Ucraina è più comune. Ma dobbiamo affrontare altre sfide, in particolare la discriminazione per l’etá, che prima era molto diffusa: il concetto di essere giovane e avere il diritto di ottenere una posizione dirigenziale, se meritata, era difficilmente accettabile, ma ultimamente le cose stanno cambiando in meglio”. 

L’ultima domanda riguarda il futuro: “Grazie a Dio siamo tutti salvi – dice Ines -. Io sono in Italia e la mia famiglia ora è in Israele. Onestamente non vedo alcun futuro in Ucraina in questo momento, non c’è modo di prevedere quanto durerà questa guerra. Questa terribile guerra ha rubato il futuro di tante persone e famiglie. Sono incredibilmente grato per l’opportunità che l’Italia mi ha dato di costruirmi una nuova vita”. 

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