Facciamo qualcosa di concreto per la parità
Il 2023 per me è stato un anno di cambiamenti. Ancora. Ho scelto di dedicarmi attivamente a ciò che è in testa alla mia classifica dei valori. E quest’anno c’è il concetto di uguaglianza. In particolare tra i sessi, tra uomini e donne. Sento già qualcuno commentare che non si può dire che oggi in Italia non ci sia parità tra uomini e donne, che le donne possono fare tutto quello che vogliono, che c’è massima libertà, che a loro non viene negato nulla. A parole è vero, nei fatti purtroppo ancora troppo spesso non lo è.
Viviamo in una società ipocrita che da un lato sancisce i diritti inalienabili di uomini e donne, teoricamente alla pari: il diritto di esprimersi, il diritto di perseguire una carriera, il diritto a un lavoro retribuito, il diritto di scelta sul proprio corpo. Ma nei fatti tutto funziona ancora per stereotipi, ovvero per ruoli prestabiliti che uomini e donne devono ricoprire perché … “si è sempre fatto così”, perché “è nell’ordine delle cose”, perché (questa è la più grande bugia) “siamo geneticamente portati a…”. Spoiler: non c’entra niente la genetica, non è vero che le donne sono portate ai lavori di cura, alle relazioni, come non è vero che gli uomini sono meno empatici, più carismatici, più decisi. Questo grande equivoco ha causato tanta infelicità, ha rovinato psicologicamente molte persone e quando qualcuno esce dal proprio ruolo e si ribella si espone anche a rischi maggiori come gli abusi, la violenza e a volte la morte per uccisione.
Anche il mondo del vino non è esente dalla cultura dello stereotipo di genere e ho deciso nel corso del 2023 di scendere in profondità e analizzare ciò che questo implica nello specifico. Mi sono imbattuta in moltissime storie e testimonianze, principalmente di donne: discriminate perché si sa che “le donne non sanno nulla di vino”, pagate meno dei colleghi uomini, relegate a ruoli amministrativi nelle aziende perché non ritenute adeguate a lavori in vigna o in cantina, donne che lottano contro il senso di colpa di non riuscire a gestire la famiglia e il lavoro, donne che sono state ricattate di abusi sessuali in cambio di un contratto di vendita o di un punteggio più alto ai loro vini, donne che sono state manipolate, vittime di persone narcisiste, di mobbing, di vessazioni.
E ho raccontato tutto in Intrepide, il mio nuovo libro, Slow Food Editore. Ci sono dodici vite messe a nudo, dodici donne che si sono esposte mostrando le proprie battaglie e vulnerabilità, fallimenti compresi.
E’ un cambio di narrativa per me che ho sempre raccontato storie di cantine e di vino. In questo libro racconto vite di donne che lavorano nel mondo del vino, ma molte di loro non lo producono. Ho ritenuto necessario dedicarmi a questo tema e farlo profondamente. Io stessa sono stata protagonista di violenza e vessazioni, ho trasformato la mia rabbia e la mia frustrazione in energia per restituire al mondo qualcosa di positivo. Intrepide è parte di me, come nessun altro libro che io abbia mai scritto. In Intrepide c’è tanto di Laura come essere umano. Lo presenterò con il cuore in tutte le occasioni possibili, per le date precise vi invito a seguirmi su Instagram dove darò anche le indicazioni per prenotare i posti nei vari eventi e nelle varie città.
Ci diciamo sempre, dopo ogni notizia che ci scuote, che dobbiamo fare qualcosa di concreto. Parlare di questi temi e cercare di capire come abbiamo interiorizzato questi ruoli di genere sbagliati aiuta ed è qualcosa di concreto.
Oltre a Intrepide, sto raccogliendo fondi per finanziare un audio corso di 10 lezioni sulla discriminazione di genere. Vorrei che fosse il primo strumento formativo di filiera per spiegare in maniera semplice quali sono i comportamenti discriminatori nel quotidiano, sui luoghi di lavoro. Sembrano piccole cose, ma sono proprio quelli i semi della cultura della prevaricazione che poi sfociano nelle violenze o negli omicidi. Prevenire è meglio che curare, diceva un noto spot pubblicitario in tv. Prevenire attraverso l’educazione è ciò che possiamo fare di concreto. Sin da oggi.
Qui sotto trovate il progetto dei corsi anti sessismo che ho scelto di autofinanziarmi attraverso sponsor perché ad oggi dalle varie associazioni di categoria non ho ottenuto alcun supporto economico. Ma non per questo ho intenzione di mollare. Continuo ad aver fiducia nelle anime gentili e nella bontà di questo progetto che sicuramente le attirerà. Se qualcuno vorrà contribuire può scrivermi attraverso la pagina contatti del sito o dai social media. Sono certa che tra di voi ci sono molte persone sensibili che mi tenderanno la mano. Insieme possiamo provare a cambiare per un futuro migliore.