Parliamo di vino, persone, imprese e bellezze del territorio.
Laura Donadoni crea il progetto The Italian Wine Girl nella sua versione originale in inglese www.theitalianwinegirl.com che nel breve tempo ha visto la sua naturale evoluzione anche in italiano. Sono riflessioni e spunti di lavoro legati al business del vino; sono confidenze, gioie e dolori, il diario di un’ambasciatrice appassionata del vino italiano e di quello che questo settore può generare.
Intervista esclusiva con James Suckling: how has he become one of the most influential wine critic in the world, what do Americans looks for in Italian wines?
La parola storytelling è diventata una sorta di mantra, abusata da parte di agenzie, social media, professionisti della comunicazione e quindi spesso banalizzata nel suo significato.
Siamo certi che il format della fiera classica agevola un’interazione di qualità con chi visita, per diletto o per commercio, la manifestazione? I banchi d’assaggio hanno ancora senso?
L’ansia da mancato evento non riguarda soltanto le aziende o le occasioni business, ma anche chi frequenta gli eventi del vino per diletto, per passione, esplorando magari l’idea di farne in futuro una professione. Ecco quindi alcuni consigli per selezionare le migliori occasioni di degustazione o di business per voi stessi o per le vostre aziende.
Vi racconto come ho trasformato la mia rabbia da vittima di abusi sessuali in carburante per fare qualcosa di concreto contro la discriminazione e gli abusi sui luoghi di lavoro. Ecco il progetto dei corsi obbligatori anti sessismo per le aziende che ho illustrato a Palazzo Madama a Roma, insieme alle Donne del vino, alla Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti lo scorso 7 marzo 2022.
Organic wine: trend o nicchia di mercato? Dagli Stati Uniti dati, tendenze, trucchi del marketing e certificazioni made in USA per vini prodotti in Italia.
Un dato positivo è il fatto che il mondo del vino si stia relazionando con un pubblico sempre più vasto che non è fatto solo di esperti, ma soprattutto, negli ultimi anni, di curiosi viaggiatori che non hanno il vino come focus principale, ma che amano passare il proprio tempo libero in mezzo alla natura o visitando luoghi di cultura. Sicuramente apprezzano una buona bottiglia, ma non sono degli intenditori e, per questo, è più complesso raccontare loro il vino e che cosa lo circonda.
Che l’Italia sia un brand è fuor di dubbio. Ne ho costantemente la riprova nel mio lavoro di promozione dei vini italiani sul mercato americano: ogni volta che si nomina l’Italia gli occhi di chi ascolta si illuminano e piovono commenti positivi e domande su viaggi, cibo, vino e tradizioni. Non è così per la maggior parte dei paesi europei, per esempio.
La presentazione di Custodi del Vino al mercato Fivi sabato 27 novembre è stata una delle più emozionanti: nell’aria c era la commozione mia e di alcuni dei protagonisti di incontrarci di nuovo stavolta con le parole del libro in sottofondo, ma c è stata soprattutto la partecipazione emotiva della platea, gli occhi lucidi nell’ ascoltare le storie di questi territori forse trascurati dai media, ma così densi di significato.
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