Parliamo di vino, persone, imprese e bellezze del territorio.
Laura Donadoni crea il progetto The Italian Wine Girl nella sua versione originale in inglese www.theitalianwinegirl.com che nel breve tempo ha visto la sua naturale evoluzione anche in italiano. Sono riflessioni e spunti di lavoro legati al business del vino; sono confidenze, gioie e dolori, il diario di un’ambasciatrice appassionata del vino italiano e di quello che questo settore può generare.
Intervista esclusiva con James Suckling: how has he become one of the most influential wine critic in the world, what do Americans looks for in Italian wines?
La parola storytelling è diventata una sorta di mantra, abusata da parte di agenzie, social media, professionisti della comunicazione e quindi spesso banalizzata nel suo significato.
corsa settimana ho pubblicato sul mio blog e sui miei canali social le proiezioni economiche per il 2020 per il comparto del vino negli Stati Uniti; inutile nascondersi dietro varie perifrasi: e’ una bella botta, con perdite di circa 6 miliardi di dollari. E sappiamo benissimo che altri settori sono nella stessa situazione, la recessione colpirà tutti, chi più, chi meno, ormai non possiamo evitarlo.
Ormai siamo a un mese esatto dal totale lockdown dell’intera nazione italiana. Per me che vivo a San Diego sono due settimane, ma anche prima che l’ondata Coronavirus arrivasse ufficialmente oltreoceano avevo deciso di auto isolarmi leggendo le drammatiche notizie italiane e, soprattutto, ascoltando i racconti della mia famiglia a Bergamo.
In queste giornate di pausa e riflessione mi ha sorpreso notare quante similitudini ci siano tra la pianta di vite e l’uomo. La vitis vinifera, la specie che produce uva adatta alla vinificazione, e’ una delle piante piu’ antiche, con una storia incredibile che attraversa i millenni e i secoli e si intreccia a quella dell’uomo prima in Mesopotamia, poi in Europa, nelle Americhe e in tutto il mondo.
Forse siamo ancora troppo scioccati da quanto sta accadendo per pensare al futuro, ma se c’e’ una cosa che ho imparato da imprenditrice negli Stati Uniti e’ che la velocità nell’adattarsi a una nuova situazione può fare la differenza tra la sopravvivenza, la chiusura definitiva o il rilancio di un’azienda.
Molte volte riconosciamo un trauma solo se il suo impatto e’ evidente e concreto: un lutto, una malattia, perdere il lavoro. Ma ci sono tanti piccoli grandi eventi traumatici che la nostra mente registra ogni giorno e che tira fuori sotto forma di ansia, di paura, di ossessione quando meno ce lo aspettiamo.
Lascio liberi i pensieri questa sera per condividere con voi alcune riflessioni che affiorano spontanee in questi giorni di estrema incertezza, paura e preoccupazione. Forse non tutti sanno che sono nata a Bergamo, dove ho trascorso la maggior parte della mia vita prima di giorovagare per il mondo e poi trasferirmi negli Usa.
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